MOROSINI e sempre più beneficiavano ormai i paesi già favoriti dalla lontana scoperta dell’America; il contraccolpo economico per l’esaurimento da cui era stata colpita la pubblica finanza e per i contributi imposti ai privati; sopra a tutto ciò l’orgoglio nazionale doppiamente ferito : in confronto del vincitore dalla perdita di una cospicua parte del territorio coloniale, chiave delle vie del Mediterraneo orientale; in confronto dei neutri e degli alleati dalla inevitabile diminuzione del prestigio politico. Di tutte coteste conseguenze, per una campagna ostile abilmente ordita da nemici personali, la pubblica opinione — come avviene di solito in simili circostanze — andò a mano a mano riversando il più della responsabilità sul condottiero che non aveva potuto vincere. Mentre la testimonianza dei presenti e le prime narrazioni degli storici stranieri già cominciavano ad aureolare il nome di Francesco Mo-rosini generale e negoziatore di una gloria imperitura, a Venezia ogni sorta di invidie, ogni sorta di rancori si coalizzavano in suo danno. La patria era bensì uscita miserabile e vinta dalla terribile competizione, ma il capitano generale tornava avendo accumulato per sè ricchezze inestimabili. La patria sopportava bensì austeramente il dolore delle molteplici ferite, ma colui ch’era stato incapace di preservamela veniva a domandare e a raccogliere onori e dove mancava 146