M O R O S I N I Dandolo che aveva conquistato Costantinopoli, nè Carlo Zeno, nè Andrea Gritti che avevano riportate tante insigni vittorie, nè Alvise Moce-nigo l’eroe vero di Candia, erano stati premiati con tanta abbondanza di grazie. La causa, sostenne ancora il Correr, che qui si discute è tra il principe ed il privato; se la vincerà il privato vedremo il Morosini divenir prepotente : egli imporrà il bacio del manipolo, egli vorrà per sè il potere sopra le leggi, mentre le leggi devono restare sopra il principe medesimo. Certo il capitano generale che aveva fatto molte spese per entrare in possesso della carica, doveva molto soffrire all’idea « di spogliarsi della vesta »; così alla cornacchia spiacque di svestirsi delle penne degli altri uccelli; ma è legge di natura che chi si adorna con la roba d’altri debba tosto o tardi rinunziarvi. Concludendo il Correr presentò il testo latino della « intromis-sion » ed avvertì jche dovendosi procedere alla votazione le palle verdi e rosse sarebbero andate a favore di Morosini; quelle bianche a favore della destituzione di lui dalla carica di Procuratore di San Marco. V Il discorso dell’avogador, manierato e pieno di intonazioni esagerate, dette all’essemblea la sensazione che, più ancora che l’ex-capitano 162