VII. — LA RESA DI CANDIA mo di Candia, di Suda, di Carabusa e Spinalon-ga nonché dei territori di Clissa e dalmati. Quanto al contributo dovuto già prima della guerra per il possesso di Zante, si convenne che dovessero considerarsi annullate tutte le annualità del lungo periodo durante il quale erano durate le ostilità. Sull’abbandono delle artiglierie, il gran visir si mostrò dapprincipio irremovibile, poi accondiscese a lasciarle imbarcare per un complesso di trecentoventotto pezzi di grosso, medio e piccolo calibro. Convenute le modalità dell’abbandono della piazza e della restituzione in armata del presidio e delle armi, il trattato fu firmato, per la Serenissima, dal capitano generale Francesco Morosini, dal provveditor generale in Candia, Battaglia, dal provveditor generale in armata Lorenzo Corner, e dal capitano in golfo Giorgio Benzon. « Nonostante il dono datomi da Dio di concludere una pace tanto sospirata quanto vantaggiosa, restò nulla meno esitante l’animo nostro tra il contento e la passione, dovendo essere spettatore della caduta della piazza; e sarei inconsolabile quando non conoscessi rimarcabile il sollievo che n’è per derivare all’adorata patria per la gloria della quale conto più azzardi che giorni di vita » scrisse, in data dell’8 settembre, Francesco Morosini al Senato. Appunto in quei giorni il Senato, ignaro del precipitar degli eventi, ignaro ancora dell’abbandono dei francesi e degli altri alleati, a pre- 141