VII. — LA RESA DI CANDIA poi il maggior peso nel determinare Francesco Morosini a trattare improvvisamente, senza esservi autorizzato, la pace col Turco. VI Il 1668 si chiuse, a Candia, con un impreveduto avvenimento. Di contro alla indifferenza dei governi, andava accentuandosi nei sudditi degli stati stranieri una specie di ammirazione romantica per lo strenuo sforzo sostenuto dai veneziani e si organizzavano spedizioni di soccorso armate di tutto punto a cura di potenti privati. Una spedizione di questo genere, composta di cinquecento nobili insigniti dei nomi più belli di Francia, fu raccolta capitanata e condotta nell’isola dal duca de la Feuillade. Erano con lui un principe di Neuchàtel, i duchi di Caderousse e di Chateau Therry, il conte di Villemor, i marchesi d’Aubusson, ecc. Sbarcati a Candia in dicembre mentre le operazioni subivano una tregua per la stagione invernale, quella inazione sconvolse la loro aspettazione e le idee che s’erano fatte della guerra. Contro il parere di Francesco Morosini, e ripromettendosi chissà quali strani risultati, essi vollero ad ogni costo effettuare una sortita. Sostenuto da un battaglione di maltesi e da una compagnia di grana- 119