MOROS1NI alla indipendenza, a quella più opportunistica di una libertà controllata dalla potenza di uno stato cristiano e civile come lo stato di San Marco. Borgate e villaggi si offrirono spontaneamente al dominio di Moros’ni; ma da Salona vennero al capitan generale i turchi ad offrirgli tremila reali per esser ivi lasciati indisturbati. Egli li accolse ironicamente; domandò per una siffatta concessione almeno trentamila reali e tanto li spaventò con le minacce che quelli abbandonarono subito l’isola. Durante le ultime operazioni i veneziani si erano impossessati di duecentocinquantadue pezzi di artiglieria dei quali sessantanove di ferro; reputati di « prezio-« so valore quelli posti in batteria a fior d’acqua « nei castelli ». II La conquista della Morea era dunque ultimata ; le popolazioni salutavano nelle insegne di San Marco i vessilli dei redentori; toltosi di dosso il giogo ottomano e conosciuta la dolcezza veneziana si offrivano spontaneamente a prestar aiuti di uomini e di mezzi a Francesco Moiosi-ni Le genti della provincia di Maina avevano contribuito alla meno peggio a stringer d’assedio Misitra, una fortezza adunca costruita sul territorio di Sparta antica, contro la quale 252