M O R O S I N I addirittura fallita. Per debellare cotesto stato d’animo di cui avvertiva tutto il pericolo, il Mo-rosini anziché desistere dall’attacco, secondo consigliavano molti, si risolse a renderlo al più presto vibrante e deciso. Approfittando dell’arrivo di un convoglio, condotto dal nobile in armata Antonio Canal, con un reggimento fresco di fanteria tedesca, fece sbarcare insieme a questo la guarnigione delle navi del capitano straordinario Venier e dell’almirante Zaguri e d’accordo col generale Ohr precisò il piano dell’attacco alla cinta del campo trincerato turco, compreso in esso certe alture erte e difficili a scalarsi, sulle quali erano poste le artiglierie nemiche, affidate come obbiettivo a uno speciale reparto che a un determinato momento sarebbe sbarcato di sorpresa, composto di un reggimento di volontari, dei perastini e dei carabinieri della guardia del Doge e di una parte dei remiganti della galera dogale invogliati ai maggiori ardimenti mediante la promessa della libertà al ritorno in patria. La mattina del 20 di agosto Francesco Moro-sini sferrava l’assalto. Mentre le truppe di terra prendevano immediatamente contatto, sulle trincee, con quelle turche, si compiva felicemente lo sbarco del reparto destinato alla conquista delle colline; più oltre, nel canale superiore di Negroponte, un altro sbarco veniva simulato dal capitano straordinario delle navi Venier per di- 280