XII. LA CONQUISTA DI ATENE I Mentre a Yenezia si esultava e si festeggiava no le vittorie di Morosinì, questi non dava tregua a sè medesimo ed alle sue forze, deciso a ricavare tutto l’utile possibile dalla campagna di quell’anno. Lasciato il campo e l’armata nei pressi di Patrasso si portò con la flotta delle galere nel golfo di Corinto e lo costeggiò tutto, per terrorizzare i presidi turchi e rincuorare le popolazioni greche contro le quali i maomettani inseguivano ferocemente. Le informazioni dei confidenti annunziavano che il seraschiere nella sua disordinata fuga aveva seminato lungo la strada oltre duemila morti ed era giunto in condizioni disastrose presso l’istmo abbandonando per tale modo tutta la Morea al suo destino. Il capitano generale volle saggiare le sue disposi- 249