X. — LA GUERRA DELLA MORE A fuga di tutti; in essa fu travolto anche il presidio di Calamata; cosicché Francesco Morosini potè penetrare nella città con tutto il suo stato maggiore ed assistere nella chiesa della fortezza ad un Te Dentri di ringraziamento. Durante la battaglia, che aveva bene illuminate le eccellenti doti di condottiero dej Deghenfeldt, i sassoni e gli oltremarini erano stali provati da perdite sanguinose ed era perito il colonnello Francesco Salomone di Trischler, « uno dei più bravi e dei più arditi ufficiali al servizio della Repubblica ». Francesco Morosini, che dopo ogni vittoria badava ad allargare in nuovi territori la sollevazione delle popolazioni, passò in ottobre con Tarmata alla conquista delle fortezze di Chielefà e Passavà, e in novembre conquistò quella di Gominizza; assoggettando così in sicuro dominio tutta la Maina, al governo della quale prepose Lorenzo Venier, uno dei suoi migliori collaboratori. A Chielefà, il bottino di guerra era aumentato di cinquantotto cannoni, a Passavà di una trentina. Con l’occupazione di Gominizza si chiuse la campagna del 1685. Allo spirare del novembre l’armata si trasferì a Corfù donde aveva prese le mosse. « Capi milizie e ciurme assai faticate ed afflitte dagli stenti, in continue fazioni con sommo valore intrepidamente sostenute » avevano bisogno di un lungo riposo ristoratore. Di un lungo riposo sentì di aver anche bisogno il capitano 221