IV. — MO ROSI N1 E MOCENIGO coro della patria e pur mantenendo a questa qualche posizione sulla costa meridionale e sulla settentrionale dell’isola, cedesse il resto del regno ai turchi. Ma i tentativi in cotesto senso erano andati tutti falliti. Chiamando Francesco Morosini alla carica di provveditor generale, il Senato gli affidava segretamente il mandato di esperire abili approcci presso Cusseim pascià, per interessarlo a trattative che risolvessero la guerra nel senso ora accennato. Morosini non mancò di agire in conseguenza; col pretesto di regolare faccende inerenti allo scambio di schiavi, mandò messi al campo turco per intavolare discussioni di natura non autorizzata salvo a valersi, sulle ulteriori istruzioni, delle informazioni ricevute per procedere oltre. Intanto non dimenticava i compiti che più categoricamente gli spettavano. Faceva costruire nuove fortificazioni e perfezionare le vecchie; incrementava nel porto la costruzione delle galere; riformava la disciplina dei presidi; ritoccava in conformità alle esigenze delle situazioni taluni regolamenti portuali ed economici. In mezzo a queste occupazioni e preoccupazioni gli giungeva la notizia della grande battaglia vinta ai Dardanelli il 26 di giugno, durante la quale era gloriosamente perito il capitan generale Lorenzo Marcello, e della occupazione, subitamente avvenuta come corollario della vittoria, di Tenedo e Lemno. Con rapida intuizione egli vide in questa una 79