M O R O S 1 N 1 si era persuaso che le soluzioni altre volte suggerite dagli esperti nell’arte della fortificazione vigevano adesso non meno di allora; pertanto proponeva al Governo cc di riveder le scritture, li disegni già presentati e prendere sopra di essi le risoluzioni » affinchè fosse impedito cc ogni pregiudizievole ritardo » nei lavori. Del secondo compito prefissosi, Morosini misurò al più presto le difficoltà ben superiori a quelle previste. Riunita l’armata a Porto Porro intraprese con somma energia l’opera di rinvigorimento. Galere e galeazze contavano bensì un numero di remiganti superiore all’ordinario, (da duecento-quindici a duecentottanta), ma codesto numero era inadeguato alla mole delle navi accresciutasi per i progressi della tecnica navale; la disciplina era rallentata; i bisogni degli equipaggi e delle milizie enormi. Una riunione della Consulta fu tenuta « per dare luogo a più liberi riflessi senza il testimonio del generai Maltese alleato nella campagna ». Si convenne che per una spedizione « eseguita con tanto grido e comandata dal-« la suprema dignità della Patria, non fosse deci cente applicarsi ad imprese di luoghi minori cc che porterebbero ad ogni modo i loro impe-cc gni e non riuscirebbero di profitto corrispon-cc dente »; che delle imprese più degne, bisognasse rinunciare a quelle lontane dalla base peloponnesiaca insidiata dal nemico; che la sola azione da tentare restasse pur sempre quella su 324