IV. — M O R O S I N I E MOC E N I GO minore, irruppe entro il porto di Chismè e sotto il tiro rabbioso dei forti incendiò una intera flottiglia di piccoli legni rostrati. Bloccato nuovamente il grosso delle forze navali turche in Nauplia ambì per sè, durante due mesi, il compito di ancorarsi tutte le sere, al traverso della entrata nel porto, a tiro di fucile dai vascelli turchi, per impedirne tentativi di fuga notturni. Decisosi più tardi il capitano generale a salpare col grosso delle navi sottili verso altre destinazioni, scelse tra i molti capi ai suoi ordini, per lasciarlo nel golfo di Nauplia al comando di una squadra di navi, « il signor Francesco Mo-rosini governatore di galeazza cavaliere di puntualità e di cuore e di cui molto si riprometteva ». La notte dal 17 al 18 marzo 1648 avveniva la sciagura di Psarà. Il Grimani aveva divisato di portar la guerra navale nel cuore stesso dell’impero ottomano, dinanzi a Costantinopoli. Lasciata una squadra al largo di La Canea ed una al largo di Candia; con 24 galere, 5 galeazze e 27 vascelli fece vela verso i Dardanelli. Sorpresa dalla burrasca, una parte della flotta, col Grimani, si rifugiò nel golfo di Psarà; e fu la più provata dalla tempesta. Il capitan generale stesso affondò con la sua galera, nel tramestìo terrificante dei cozzi determinati dal vento e dai marosi. Riescirono a salvarsi il provveditor dell’armata Giorgio Morosini con due galere, An- - 65 - Morosini 5