LE FORTIFICAZIONI DI CANDIA 111 di piazza, che vedemmo già per l’addietro progettato ; e che speravasi fra breve far “ scorer li fossadi da ogni ladi Soggiungeva però la lettera che, ove non fosse arrivato un sussidio in danaro ed il richiesto materiale, ogni lavoro si sarebbe dovuto quanto prima sospendere(,). Ed invero, dopo altre lettere dell’ 8 e 20 ottobre, in cui il duca, a costo di riuscire importuno, ribatte sulla questione finanziaria, in un dispaccio del novembre è finalmente costretto a confessare di aver abbandonati gli altri più importanti lavori della cinta antica e rallentati anche quelli al torrione del molo, impedito dall’assoluta mancanza di mezzi a più oltre procedere(2). La notizia dovette fare una certa impressione a Venezia, a giudicare dal fatto che il 12 aprile del seguente 1473, inviandosi a Candia due sindaci straordinari per i bisogni dell’ isola, si dava loro incarico (oltre che di ricostruire alcune botteghe per salumi, “ in hac reformatione revelini porte plathee destruc-te „), anche di esaminare l’andamento della camera di Candia, e di regolare le spese per la fortificazione, severamente punendo eventuali abusi riscontrati (3). L’opera loro dovette tornar provvidenziale, perchè, riordinate un po’ le cose, le fortificazioni furono con novella lena riprese ; e licenziato per la sua insipienza 1’ ingegnere Vettore, ad altro mastro, di nome Domenico, furono nell’aprile del 1474 interinalmente affidati i lavori(4). Non più da documenti, ma sì bene dagli stemmi murati nel torrione ad oriente della porta di piazza e nella cortina, che da essa si stende in linea retta verso S. Francesco, apprendiamo che intorno a tale epoca fu pure compieta-mente rinnovato buon tratto di questa parte : e precisamente il torrione fra il settembre 1479 e l’aprile 1482(5) ; il primo pezzo di mura che ad esso si at- quale contribuisce e render più oscuro il senso loro, che non è mai troppo chiaro di per sè. Di che costruzione precisamente si intenda qui parlare non saprei. La nostra lettera lo chiama « el torion principiato da apresso el spiron de la terra verso el castello .... parie de levante ». (Il castello cui qui si allude sorgeva, come vedremo, all’estremità del molo maggiore) ; l’altra del 2 ottobre : « el turion etiam prirtc.... per mezo la porta fuor del castello » ; e quella del novembre : « el turion de verso levante.... verso del castello ». Dal confronto di simili dati abbiamo concluso trattarsi di una fabbrica posta nel punto ove si stacca il molo minore. Ed infatti in quella anonima relazione di Candia scritta intorno alla metà del secolo XVI, che noi pubblichiamo in appendice al volume, si ricordano in questo luogo anzi tutto cinque torricelle quadre alte da 9 a 13 passi, quindi un torrione (o castello) « vecchio » a mare, di 66 passi di circonferenza e 4 l/% di altezza; poscia una torretta alta 12 passi; e finalmente la mura del molo minore, lunga 90 passi. (') V. A. S.: Archivio del Duca, Missive. (*) Ibidem. (3) H. Noiret : Documents cit., pag. 525 segg. (4) V. A. S. : Archivio del Duca, Missive. (5) Gli stemmi sono quelli di Matteo Michiel, consigliere (luglio 1479-giugno 1482); quello del duca è distrutto ; di Fantino Zorzi, capitano generale (settembre 1479-giugno 1482); e di Giovanni Moro, altro consigliere (maggio 1479-aprile 1482).