64 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA distrutti o crollati fortilizi più antichi le nuove castella ; e tutto ciò in fine si coordini colla disgraziata circostanza della scarsità grande di notizie storiche che d’altronde ci portino aiuto nella ricerca : dai pochi accenni degli storici bizantini, riguardanti la città di Candia ed il castello di 1 emene fin dall epoca araba, dobbiamo in fatti scendere d’un tratto fin giù alla dominazione genovese per riscontrare nei cronisti altri dati che a noi possano giovare ; laddove fra i documenti, nel 1275 soltanto si parla per la prima volta della fabbrica di alcuni castelli — che non sappiamo del resto neppure quali siano — ; e fra le pietre infisse nelle mura stesse a testimoniarne l’età, la più antica è un’epigrafe del 1477 in un torrione della Canea. Non farà dopo ciò troppa meraviglia se siamo costretti a confessare che, per quanto riguarda le fortificazioni, anzi le fabbriche in genere che gli Arabi, insignoritisi di Creta, è logico supporre quivi abbiano costruito per premunirsi da quegli assalti degli antichi dominatori cui in fatti dovettero finalmente soccombere, a nulla approdarono gli sforzi nostri per riuscire a distinguere simili costruzioni da quelle della precedente e successiva età (l). Quanto poi alle fortificazioni di cui in questo capitolo tratteremo come se realmente fossero da assegnarsi al periodo bizantino, non intendiamo che il nostro giudizio si consideri come assoluto. Per stabilirlo, oltre che sull’esame dei ruderi stessi, noi ci siamo basati sul fatto che il monumento facesse parte integrale di una di quelle città cretesi il tramonto del cui splendore avvenne appunto prima dei più recenti secoli del medioevo ; come pure di fronte a castella di larga estensione ed insigne importanza, dei quali tuttavia nessuna menzione evidente ricorre mai ndl’èra veneziana, non abbiamo troppo esitato a riconoscer in essi l’opera di un’antecedente civiltà. I) altra parte poi non vogliamo escludere che anche tra le fortificazioni di cui parleremo nei seguenti capitoli, dedicati più propriamente all’arte militare veneziana, alcuna non ce ne sia sfuggita, di cui meglio forse sarebbesi trattato fin d’ora. È bene anzi che già adesso avvertiamo di aver in quei capitoli incluse tutte quelle opere fortificatorie che — qualunque e per quanto antica fosse 1 origine loro vennero però rimaneggiate o anche semplicemente usate dai Veneti : e tale fu il caso del già ricordato castel Temene. ( È bensì vero che tuttora esistono in Creta lo- di Turchi, usarono i Greci indicare non solo gli Arabi caliti, denominate Sarakjina {Selino), Sarakjinóvìgkla o rispettivamente gli Ottomani, bensì anche i pirati (Sitìa), Sarakjiniko (isola di Gozi) ecc. Ma non si deve in genere dai quali tanto fu Creta infestata, scordare che col nome di Saracini, come con quello