I CASTELLI DELLE CASTELLANÌE lungi dalle foci del Ghjeropotamòs, la rocca ebbe fin dai più antichi tempi a soffrire dalle incursioni di corsari: e lo stesso Buondelmonti ce ne fa ampia fede(l). Più tremenda delle altre deve essere stata però la scorrerìa del 1558, quando il castello fu dato alle fiamme. Nè più da allora in poi risorse, quantunque i sindaci Basadona ed Emo avessero destinato dei danari per ripararlo, secondo il disegno approntato da Giulio Savorgnan(2). Rovinata la torre, e già mezzo sepolto il paesello ci attesta nella sua relazione del 1601 Angelo Oddi(i); e tren-t’anni più tardi più diffusamente scrive il Monanni : “ Priotissa, hora distrutto, come dicono, da’ corsari turchi: non vi resta che le fondamente d’ima torre, due ghiesette et qualche otto o dieci casette di villani, coperte quasi per il più dal sabbione che quivi è abbondante e molto turbato da’ venti „(4). Pirghjòtisa si chiama attualmente tanto l’intera castellanìa quanto la chiesuola della Madonna, completamente rinnovata, al posto dell’antica. Quivi presso, verso oriente, un piccolo rialzo di terra con resti di un muro segna il posto ove sorgeva già un’altra cappella, dedicata a S. Pietro. Ma della torre veneziana e delle case del borgo nulla più rimane. Soltanto nel ridurre a vigna un pezzo di terreno a mezzogiorno della Madonna, furono recentemente estratte dal suolo numerose pietre lavorate, appartenenti certo ad un antico edifizio rovinato e sepolto. (Lassiti). Anche la turma di Lassiti — il tipico altipiano situato nella corona di aspre montagne fra Mirabello, Pediada e Geràpetra — può darsi fosse in origine difesa da una valida rocca. Flaminio Corner infatti, trattando della prima ribellione dell’ isola, ricorda come i rivoltosi “ tumultuaria seditione excitata, irruerunt intempesta nocte super Venetos, qui apud Lassitim castrimi agros acceperant „ (5). E sebbene ignoriamo donde egli attinga tale notizia, all’esistenza di un castello in quel luogo pare alluda anche il cronista de Monacis, quando, narrando gli avvenimenti di quella guerra, dice : “ Jacobus ducila, factus fortis in Themeno, dum in eius auxilium multi fideles concurrissent, strenue se gessit contra emulimi, Montemquefortem et Lassithi recuperava „(fl) : chè se Temene e Monte forte erano due castelli, il nesso del periodo porterebbe (*) C. Bondei.montius : Descriptio cit., pag. 82. nell’epoca veneta non si fosse troppo di frequente (s) V. A. S. : Relazioni, busta LXXXI. (Relaz. di confusa la parola « Lassiti » con « La Sitìa » ossia Daniele Barbarigo). « Sitla ». (3) V. B. M. : Ital., VII, 1523. (6) L. de Monacis: Chronicon cit., pag. 154. Cfr. (4) R. Monanni: Relaz. cit., pag. 179. — Cfr. V. di nuovo la nota precedente: infatti il castello di A. S. : Dispacci dei provv. da Candia : 20 giù. 1629. Monforte è più vicino a quel di Sitia che non a (5) F. Cornelius: Creta cit., voi. II, pag. 241. Lassiti. L’asserzione sua sarebbe di grande peso se già