116 I MONUMENTI VENETI DELL’iSOLA DI CRETA stillazione, la parte che maggiormente attrasse le cure del governo fu naturalmente quella a mare, debole fin dall’origine, più volte caduta e rappezzata, ma tuttavia sempre più minacciata e pericolante per il furor delle onde che ne scavavano le fondamenta. Il 31 ottobre 1555 il capitano Melchiore Nadal avvisava che u alli 21 del passato, nel qual giorno fu una grandissima pioggia, si ruinò un cavalliero fabricato alla marina a tempo del magnifico capitano precessore sopra il muro vecchio apresso la loza nova del molo, similmente fabricata sopra muro vecchio, qual cavallier ruinò luto il fiancho et un pezzo del fronte fino all’acqua E si proponeva di riedificarlo (1). Quarantanni dopo il capitano Filippo Pasqualigo, nella sua relazione, accentuava i difetti della muraglia a mare sotto la chiesa e il convento di S. Pietro. “ Una parte di essa, — egli scriveva — dove prima li era appoggiato il monastero, 'e molto debole, così per la qualità sua come per le molte fenestre et porte delle celle che rispondevano sopra il mare „ (2). Di fatti il 22 dicembre 1597 il capitano Zangiacomo Zane narrava dei danni da una forte burrasca recati alla “ muraglia dalla parte di mare, cioè dalla porta del mollo fino alla guarda della Zudecha, rompendo in molti luochi e particolarmente alla guarda del mollo „ ; e si felicitava di avervi pochi giorni prima operati dei restauri, senza dei quali essa sarebbe interamente crollata (3). Ma neppur i nuovi ripari, da lui saviamente ordinati(4), valsero a proteggere a lungo la vecchia e sconquassata muraglia, tanto che in piena estate del 1604 ne rovinava in mare un buon tratto, non lungi dal molo : ed il capitano Giacomo Corner divisava di rifare la parte caduta, e di “ repedonare „ il vicino fianco verso occidente, servendosi del muro caduto come di “ porporella „ a frangere le onde e rattenerne 1’impeto(5). Nò diversamente, nel 1611, il capitano Antonio Grimani pensava lui pure di rinforzare le fondamenta di quei poveri muril6', ristorandoli dove erano stati corrosi dalle onde {7\ Ciò non toglie che nell’aprile del 1640 il capitano Marino Bragadin dovesse rilevare che a nulla erano valse tante cure e tanti ripari, mentre di nuovo la muraglia rotta e minacciante richiedeva novelli restauri ed una nuova porporella di grosse pietre ai suoi piedi(8). Onde, visitata dagli ingegneri van Wert e Beati, (') V. A. S. : Dispacci dei provv. da Candia. luglio 1604 (con disegno). (’) V. A. S. : Relazioni, LXXXI. (6) Ibidem: 18 novembre 1611. (3) V. A. S.: Dispacci dei provv. da Candia. (7) V. A. S.: Relazioni. LXXI (sua relazione). (l) V. B. M.: Ital. VII, 214, f. (sua relazione). (8) V. A. S.: Dispacci dei rettori da Candia '. 16 (5) V. A. S.: Dispacci dei rettori da Candia : 5 apr. 1640