212 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA Degli edilìzi del castello non rimane che una metà della chiesa di S. Trinità (E) ed alcuni resti di case (F), sepolte, ma messe ora parzialmente allo scoperto in causa di una frana del colle : quivi pure apparisce un tratto della cloaca. Dei ruderi delle antiche fabbriche sono formati tutti i muri a secco abbondantemente sparsi per la collina. Castelnuovo. Mentre i castelli di cui fin ora tenemmo parola, girati intorno da ampio sviluppo di fortificazioni, rinserravano entro il loro recinto buon numero di abitati, o potevano almeno in caso di bisogno ricettare fra le loro mura numeroso stuolo di gente che colà si ricoverasse, i rimanenti castelli delle castellanìe, dei quali abbiamo a parlare, si limitavano invece ad una semplice ed angusta rocca, la quale difendeva bensì le case circonvicine, ma non racchiudeva entro le proprie mura abitazione alcuna, all’ infuori di quella dei difensori, nè offriva ai fuggiaschi opportunità di riparo. Prima fra queste fortificazioni dobbiamo ricordare quel Castelnuovo che è citato fra le rocche costrutte dai Genovesi, e di cui il nome ricorre già nel documento divisorio del 1212. Forte e potente nei primi tempi del veneto dominio, si acquistò meritata fama per la resistenza contro i ribelli nel 1364, quando questi, incendiate le case del borgo, invano tentarono impadronirsi della rocca(1). Ma nei secoli posteriori non tardò molto a seguire le sorti degli altri antichi castelli, e cadde pur esso a poco a poco in rovina. Nel 1443 si tratta di restaurare “ le caxe dove abita il castellan „, che è quanto dire la torre fortificata <2) ; ma fin dal 1589 il generale del Monte riferisce che “ dentro il recinto delle mura non habita persona, ma tutti nella costa atomo „ (3); e una quarantina d’anni dopo così descrive il castello il Monanni, che di esso ci dà l’unico informe disegno che se ne abbia : Questa (cioè la sua collina) ha d’ogn’ intorno a mezzo la sua altezza quantità di case habitate : da ponente è habitato de Hebrei,4> in poche case. S’innalza la punta della collina dispogliata, in cima della quale fu il picciol castello di circonferenza di 50 passi, oggi quasi del tutto desolato : vi è una bella cisterna, che ha qualche poco d’acqua fino al presente. A questo castelletto o palazzo pubblico si sale con una scala in due rami a ostro, a mezzo la quale è una picciola ghiesa. Ai dì nostri poi è quasi del tutto scomparso „(5). (') L. de Monacis : Chronicoti cit., pag. 186. lume intitolato « Pareri de' diversi capi * ecc.). (*) V. A. S. : Archivio del duca : ducali e lettere (4) Infatti fu trovata ivi presso anche un’epigrafe ricevute (30 nov. 1443). ebraica. (3) V. A. S. : Dispacci dei provv. da Catidia (vo- ("') R. Monanni : Relazione cit.