200 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA nate. La sesta finalmente, priva ora della facciata, è rimarchevole perchè in origine era una cisterna, coperta di antica volta a botte : convertita posteriormente in chiesa, priva di abside, fu aggiunto sopra il calcestruzzo un nuovo intonaco e le pareti vennero così dipinte a fresco. Bonifacio. Attigua alla castellanìa di Belvedere, ad occidente di essa, era quella di Bonifacio. Il colle su cui sorgeva il castello fa parte dei contrafforti montuosi che da settentrione limitano la piana di Mesará : ed eguale nello scopo come nella costruzione a quello di Belvedere era altresì quest’altro castello. Il Mariani(I) crede che fin qui si estendesse dal vicino monte di Kastrjòti l’antica città di Arkades, delle fabbriche della quale tuttavia nessun avanzo resterebbe al presente. Il nome di Bonifacio dato al castello ha richiamato in mente a più d’uno il celebre marchese di Monferrato che possedette nominalmente per qualche mese 1’ isola di Creta, prima di venderla ai Veneziani<2). Piuttosto crederemmo ad analogìe col castel Bonifacio in Corsica, fondato nell’ 820 da Bonifazio Pisano e nel 1195 conquistato dai Genovesi : come dai Genovesi —- al dire dei cronisti — sarebbe stato fondato il nostro. Attualmente però la località si chiama Zifùt Kasteìi, nome turco che taluno spiega come equivalente a “ castello degli Ebrei „ in causa dei molti Israeliti che quivi abitarono, altri invece come “ castello doppio „ (3). L’eparchia invece si chiama ancora, con lieve corruzione, Movopórut. Il castello, dicemmo, deve essere stato fondato dai Genovesi. Il suo nome ricorre già nel documento di divisione del 1212, e frequentemente poi nei cronisti che narrano i più importanti avvenimenti dei primi secoli di veneto dominio : giustamente celebrato fu l’assedio da esso vittoriosamente sostenuto contro i ribelli intorno al 1230 (4). Ma fu gloria di breve momento : cessate le rivoluzioni nelle quali sì valido aiuto esso avea prestato al governo; invecchiate e rovinate le sue muraglie, che testé vedemmo volute restaurare nel 1363 ; deprezzato e trascurato di fronte ai progressi dell’arte militare, esso perdette ben presto ogni importanza : e fu molto se continuò ad essere la sede del castellano, e se fu per benemerenze concesso in vita a taluno dei veneti coloni(5). (*) L, Mariani: Antichità cit., pag. 331. Souíííou): ’Ex tt,7 ev Kpirrj •EveToxprria;-. (Nel giornale {*) G. Gerola; La dominazione genovese cit., pag. Nsa ’EXeuìspia, di Candia, del 19 ott. 1903). 138. (<) L. de Monacis : Chronicon cit., pag. 156. (:<) R. Pococke : A description cit. — 2. A. E(av- (r>) F. Cornelius : Creta cit., voi. II, pag. 438.