I CASTELLI DELLE CASTELLANTE 207 Delle tre chiesuole, assai rovinate esse pure, una fu convertita dai Turchi in abitazione, le altre due hanno tracce di affreschi. Altra chiesuola, dedicata a S. Giorgio (M), è alle falde del colle sul suo lato orientale, ove sgorga dalla roccia una limpida sorgente, e sono avanzi di una cisterna di circa tre metri di lato. Più oltre, verso nord, sempre lungo il lato stesso del monte, vedesi una magnifica cisterna (N), lunga 35 metri ed alta 5 : il suo lato occidentale è costituito dalla roccia, gli altri hanno lo spessore di m. 1,50. E più avanti ancora trovasi una seconda fonte (P), scavata nella roccia, presso cui sta un altro piccolo serbatoio. Bicorna. Simile ai due castelli testé descritti doveva essere anche quello di Bicorna. Mentre essi però sorgevano nell’ interno dell’ isola allo scopo evidente di costituire una continua minaccia alla irrequieta e ribelle popolazione, e di offrire al tempo stesso un sicuro rifugio ai dominatori in tempo di guerra, il castello di Bicorna era situato in riva al mare — sopra un’aprica collina all’ imboccatura della baia di Suda, oltre il capo Dhràpanos — evidentemente allo scopo precipuo di difendere le terre circonvicine da piratiche incursioni o da straniero intervento. I fertili campi che si stendono nel declivio, ove altra volta si ergevano le brune torri dei Veneziani — schematicamente rappresentate in più d’uno dei disegni del secolo XVII — conservano ancor oggi il nome di Kasteli: ma nessuno più vi abita. Il villaggio più vicino è quello di Kalives, ad occidente. L’origine del nome del castello è certamente greca. Nei documenti esso viene chiamato Apicorno, Labicorna, La Bicorna, Bicorna ecc. La moderna eparchìa che da esso prese nome, si dice 'Kmwpwxq. Ma se il vocabolo si debba avvicinare a quello della città cretese 'Irc-oscoptóvcov che Strabone cita senza pur indicarne la sede, o se altre etimologìe siano da ricercarsi, noi non sapremmo (I). Dopo quella degli storici che pretenderebbero il castello fondato dal conte di Malta, la notizia più antica che di esso ricorre(2), per quanto si sappia, è quella del terremoto dell’agosto 1303, per il quale “ castrum Scopoli et Bicornie non ex toto ruinani sed particulariter tolerarunt „ ,3). E già allora esso cominciò a declinare: il che in vero proverebbe l’antichità sua. Il 15 febbraio del 1336, (*) N. Sraupàxvi: Stohitix:, cit., pag. 74; il quale ri- < conducendo a la Suda in loco qui vocalur Api- pudia ogni relazione del vocabolo colla località araba corna ». (F*. Corneuus: Crcla cit., voi. II, pag. 274): Abul-FCurum— E 2. A. Hoviou-iiiou : ’Ex rfyr év KpVni ma tali parole non bastano certo a dimostrare che ‘Evstoxootìbs-. cit. (Neo ’EXeuiepta del 26 ottobre 1903). il castello già allora esistesse. (2) In un documento del 1236 ricorre bensì la frase (3) V. M. C.: Mise. Correr, 2703.