LE FORTIFICAZIONI DI CANDIA 147 Così il 29 ottobre 1628 Raffaele Monanni minutamente descrive lo stato della rocca; ricorda essere distrutto lo sperone posto a sua difesa ed a riparo del porto, e distrutta pure la porporella che cingeva, verso l’aperto mare, sia il castello, sia lo stesso suo sperone; afferma che tutto il tratto verso tramontana, lungo 10 passi, è di bel nuovo “ incavato sotto et incavernato in altezza di 2, 3, et 4 piedi, penetrando adentro piedi 4, 6, 10 e 12 „; e propone il modo del restauro (l). Il provveditore Molin riferisce su ciò a Venezia, pur dichiarando esser necessario aspettare il ritorno della buona stagione (2). Venuta la primavera, egli parte per l’interno dell’isola, affidando i lavori al capitano Giustinian(3); e nel settembre le parti corrose sono ancor una volta ostruite con grosse pietre condotte da Standìa e da Fraskjià, e ancor una volta davanti ad esse si sta fondando una porporella (4), che alcuni anni più tardi è rimaneggiata dal proweditor Lorenzo Contarmi,5), senza però che neppur lui riesca a compirla (6). Ma è tempo ormai che concludiamo. Nel 1638 le fondamenta del castello erano nuovamente ridotte a mali termini(7), e malamente riparate (8); più rovinate ancora due anni più tardi(9), quando ben tre passi della muraglia crollavano in mare, ed il van Wert, il Beati ed il Brancaccio accorrevano ad una nuova perizia (10'; ed il Senato concedeva le solite gratuite licenze di disfare una galea onde farne un barcone con cui condurre sassi da costruzione