LE FORTIFICAZIONI DI CANDIA 113 costretto a rifare le mura alla marina, già cadute, sospendendo i lavori soltanto per attender ad armare galee(I). Della venuta di Giano da Campofregoso in Creta e dei suoi lavori e progetti non è più qui il caso di discorrere. Che se il Sanudo — che è l’unica fonte donde attingiamo quelle notizie — trattando dell’argomento parla costante-mente di fortificazioni della terra e non dei borghi di Candia, pare a noi doversi interpretare quel vocabolo nel senso generico di città in genere, anziché in quello specifico di parte antica della città, cinta di mura, in contrapposizione ai borghi che allora si fortificavano. Che anche alle antiche mura il Campofregoso abbia pensato e provveduto, è cosa probabile. Non per questo però oseremmo affermare che a quel recinto — anziché a quello nuovo — intendesse alludere il provveditore Moro, quando il 9 febbraio del 1519 riferiva in Senato che a Candia “ è sta fatto fin a la porta Aurea(2) : è passa 712 : et bisognerta compir ,,(3). Ma di qui innanzi sono per modo intralciati e connessi fra loro i fatti che riguardano la fortificazione delle antiche e quelli che delle nuove mura, che dobbiamo rimandare al capitolo sulle fortificazioni di nuovo sistema sia per tutto (') M. Sanuto : Diarii cit., voi. XI, pag. 551. (*) Che qui si alluda ad un tratto delle mura verso levante mi pare tuttavia certo. — Parecchie città ebbero una porta denominata « Aurea ». Ricordo Bisanzio (ad occidente), Ravenna (ad occidente), Sebe-nico (a settentrione), Pola (ove però il nome è di origine recente, a sud-est), Bassano (detta Aureola, a levante), Trento (pure chiamata Oriola, a levante); ma quale fosse precisamente il significato di quella parola non si può con sicurezza provare. — Un catalogo delle chiese della città vecchia di Candia del 1548 rammenta una chiesa di « S. Nicolò di porta Orca », assieme ad altre due a quel santo dedicate, S. Nicolò del Molo cioè e S. Nicolò Vergizi (V. A. S.: Consultori in jure, busta 403); ed un altro elenco del 1583 enumera di bel nuovo una parrocchia di S. Nicolò alla porta Orea, assieme alla chiesa di S. Nicolò dei Caligeri, poste entro il recinto della città vecchia. (V. B. M. : Ital. VII, 156, pag. 92). Parmi da ciò dover concludere che la chiesa che è qui chiamata S. Nicolò della porta Orea sia la stessa che nelle piante di Candia del Coronelli e del Werd-muller è detta semplicemente S. Nicolò ed in altro elenco S. Nicolò della Sabbionara (F. Cornki.ius : Creta sacra cit., voi. I, pag. 230): era collocata all’estremità della città vecchia, rimpetto al nuovo baluardo della Sabbionara. — Una porta quivi presso, aperta nelle antiche mura, esiste tuttora, sebbene sia probabilmente opera turca ; ma un’altra ancora più a mezzogiorno, al di là del torrioncino d’angolo della cinta stessa, pare sia segnata nella pianta di Candia di Domenico Rossi del 1567. (fig. 50). Ciò non di meno, anche restando provato che tale porta Aurea od Orea facesse realmente parte delle mura antiche, questo non implica affatto che i 712 passi di muraglia di cui parla il Sanudo appartenessero a questa piuttosto che a quelle nuove cortine che si stavano allora costruendo al di fuori dell’antica cerchia, ma vicinissimo ad essa. Resterebbe invece assodato che cinque sono le porte di Candia antica di cui conosciamo l’ubicazione: la porta di Piazza (o porta Maestra, porta Grande, detta poi Portone o Voltane), la porta della Giu-decca (o porta degli Ebrei), le due del Molo e del-l’Arsenale, e questa chiamata Aurea od Orea. All’ infuori di esse i documenti ce ne ricordano altre due, delle quali nulla siamo in grado di dire, e che forse vanno identificate con talune delle precedenti : il Portello (o porta Parva), ricordato già nella nota 2 a pag. 106 e la porta Vecchia (o porta Palea), rammentata in documenti del 1441, 1451 e 1453 (V. A. S.: Senato Mar. I, 61 *; IV, 53*; VI, 80 *), in cui si dà ordine di tenerla aperta, contrariamente a quanto costumavasi. (3) M. Sanuto : Diarii cit., voi. XXVI, pag. 457. 15