H2 x MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA Il ¿provveditore Donà, vista 1’ insufficenza dei fondi, protestava invano un paio di volte (,) a Venezia ; e decideva finalmente di fare del suo meglio, accingendosi al lavoro coi limitati mezzi di cui gli era dato disporre. Nel maggio del 1595 egli avea così ordinato di preparare le pietre (2) ; e nel seguente ottobre, riempiva con esse due vecchi barconi (Ja affondarsi fuori del porto, onde costituire una nuova porporella davanti alla rocca (3). Effimeri vantaggi : chè alle prime tempeste dell’inverno il poco che erasi tentato di fare, veniva d’un tratto distrutto e portato via dalle onde. Le cose erano così ridotte a tal punto che il castellano stesso Alvise Muazzo, il 26 gennaio del 1596, si rivolgeva al Senato, narrando che il mare, da niun ostacolo più ritenuto, “ havendo levata via la banchetta et alcuni sassi grandi che erano per sustenimento della muraglia, et levato via anco il pontone over spirone che difendeva quella et il porto della porta di greco, se ne passa di sopravia: et alla muraglia poi vi è rimasto solamente un poco di fondamento fatto di calcinaccio et sassi picioli cusì mangiati et minati dal moto continuo, che par miracolo cotne si sostenta, poiché di soto vi è cusì grande incavature che alcuna di esse penetra fino a mezzo il castello „(4). Al ricevere tale annunzio, il Senato affrettò le provvisioni ; raccomandò caldamente al provveditore di evitare con ogni sforzo la catastrofe ; gli consigliò di rifare la punta dello sperone assicurando le pietre con arpioni non più di ferro, bensì di rame ; gli concesse di affondare qualche vecchio arsile carico di sassi : prendesse parere da chi meglio egli avesse creduto opportuno ; spendesse danari da qualunque cespite... Ma il provvedimento che solo sarebbe stato veramente efficace, l’invio cioè di un buon gruzzolo di ducati, il Senato era ben lontano dal prenderlo, quantunque disposto si dichiarasse, in caso di bisogno, a concorrere direttamente nelle spese (5). Il provveditore rispose che non solo i denari, bensì mancavano anche le persone intendenti cui affidare sì ardua impresa : si sarebbe quindi limitato a costruire una porporella onde evitare danni maggiori, riservandosi, ritornato a Venezia, di più ampiamente informare della cosa (6). Un mese dopo il Donà era ancora occupato a preparare i sassi(7’; un anno dopo ogni avanzo di riparo era (') V. A. S.: Dispacci dei provv. da Candia : 29 agosto e 18 dicem. 1593. Cfr. la relazione del capitano Filippo Pasqualigo. (Relazioni, LXXXI). (’) V. A. S.: Dispacci dei provv. da Candia : 30 maggio 1595. (3) Ìbidem: 6 ottobre 1595. (*) Ibidem: 26 genn. 1596. (5) V. A. S. : Senato Secreti, XCI, 29 * (4 maggio 1596). (6) V. A. S.: Dispacci dei provv. da Candia : 29 luglio 1596. (7) Ibidem: 24 agosto 1596.