LE FORTIFICAZIONI DI CANDIA 139 piuttosto che rifare il vecchio sperone — cosa troppo costosa e di esito incerto —, di affondare un marano alla punta esterna del castello presso la porta che dà sul molo e gettarvi poi sopra tutte le pietre che si trovavano là disperse, costruendo uno “ spironetto piccolo „, che sarebbe riuscito assai più sicuro perchè non più sottoposto a tutti i venti, bensì soltanto a quelli di greco, ed avrebbe servito ad impedire che il mare travolgesse i sassi tanto lungi dalla por-porella. Quanto al castello stesso poi, presentava quel progetto di ridurlo a cavaliere che vedremo in seguito ripreso e caldamente discusso (1). Ma, anche se da tanto valente ingegnere ideati, i progetti soli erano ben lungi dal bastare da soli a porre rimedio alla ognor crescente rovina ; nè reca meraviglia quindi se il 20 ed il 21 novembre 1568 il reggimento scriveva allarmato a Venezia che, in seguito ad altra burrasca, il mare avea distrutto buon tratto delle fondamenta di tramontana del castello, in queste minacciosamente internandosi(2); come non reca ormai più meraviglia se di nessun lavoro di riparo allora eseguito ci resta memoria. Chè anzi il 2 giugno 1570 il provveditor generale Lorenzo da Mula rendeva conto invece di certi suoi capitali adattamenti compiuti nel piazzale superiore del castello, che egli avea terrapienato ed alzato aprendovi delle cannoniere allo scopo di riuscire — ciò che prima non era possibile — a maneggiarvi l’artiglierìa <3\ Solo il 28 agosto di quell’anno il da Mula medesimo avvertiva di aver preso a prestito del denaro “ per riparar alla gran cava che a fatto il mar dal continuo et longo batter delle onde in questo suo castello „(4). Troppo tardi! chè, proprio sul più bello, ammalatosi il proto dei muratori, ogni preparativo veniva sospeso : e la cava si ingrandiva ancora più, mentre lo sperone finiva di rovinare (5). Non mancò il Senato di raccomandare l’urgente riparazione del castello al nuovo provveditore Luca Michiel(6). E questi il 3 dicembre 1573 assicurava infatti che vi si stava lavorando alla meglio, pur rimettendo alla buona stagione più generali restauri(7). Invero però la cosa deve essergli sembrata assai difficile, perchè nella sua relazione del 1° luglio 1575 non trovava altro rimedio da (') V. M. C.: Ms. Cicogna, MDCLXIX. (*) V. A. S.: Dispacci dei provi), da Callàia. (*) V. A. S.: Archivio del duca: missive. (6) V. A. S.: Relazioni, LXXV11I e LXIV. (Relaz. di (3) V. A. S.: Dispacci dei provv. da Candia. — Cfr. Lorenzo da Mula), memoriale del Savorgnan del 5 ottobre 1571 nei (6) V. M. C.: Ms. Morosini, CCCLXXX. Provv. alle Fortezze; e altro disp. dei provv. da Can- (7) V. A. S.: Dispacci dei provv. da Candia. dia del 25 marzo 1573.