172 | MONUMENTI VENETI DEI>L,’lSOLA DI CRETA nunziava soltanto che “ Dei gratia, iam habeo in ordine fovnaccm nostri co-inums, et cito ego ponam manu ad edificandum „(I>. Tuttavia conviene pur credere, che qualche cosa si fosse allora fatto. Ma quando nel 1501 giungeva in Creta Bonetto Pesaro, capitano generale da mar, a lui accorrevano gli ambasciatori della città per raccomandargli “ la fortification et reparo del castello di Sithia, del tutto quasi manazante mina..... atenta la ’mportantia de quel loco vizino a l’inimico tur elio et da esso spesso infestato „. Nò di buone parole era il Pesaro avaro : assicurava anzi formalmente di aver presa la cosa molto a cuore ed aver fatte a Venezia le pratiche del caso (2). Ma proprio allora che la faccenda accennava a prendere miglior piega, un altro spaventoso terremoto, il 29 maggio 1508, nuovi e più tremendi danni arrecava al castello, a tale che il rettore era ridotto a non aver più nemmeno un luogo ove abitare,3). E quando la buona volontà sua e dei successori ebbe in parte riparato al disastro, ecco nel 1538 piombare sulla città l’orda dei pirati del Barbarossa, e ridurre questa in tale misero stato, che di 400 case che essa contava, tredici soltanto rimasero in piedi(4). A tante sventure tentava porre un rimedio il nuovo provveditore generale Giovanni Vitturi ; il quale, riuscito a farsi mandare in Creta il celebre Sammi-cheli, replicatamente lo spediva a visitare Sitìa, dandogli incarico di riferire poi al suo ritorno a Venezia intorno ai bisogni di essa(5). Ma Venezia tardi si mosse al riparo, cioè solamente quando, qualche anno dopo, il 22 marzo del 1558, il rettore di Sitìa avvertì “ le muraglie di quella terra nostra dalla banda di levante esser ultimamente in gran parte minate, ed in alcuni altri luoghi minacciar mina „. Allora soltanto il Senato si decideva a inviare al rettore i 100 zecchini coi quali questi sperava condurre a termine il restauro ("). Ed altro sussidio in legnami spediva il Senato il 21 dicembre del 1564 “ per bisogno del luogo nostro di Scithia „<7). Mentre in questo tempo le tre maggiori città dell’isola, Candia, Canea e Retimo, si trovavano già in gran parte recinte dalla nuova fortificazione, (■) V. A. S. : Ibidem : ducali e lettere ricevute. reniti Vostra se ne potrà informare da mastro Michel <’> lbide;n: l3*14 ,nnRBio 1501. da San Michele inzegner, quale mandai de lì molte ( ') M. Sanuto: Diari clt., voi. VII, pag. 568. — fiate per veder quei siti. (V. A. S. : Relaz., busta '• 11 M.: I-at. X, 158, pag. 24* — F. Cornelius : LXXVIII. Relazione di G. Vitturi) — Cfr. pure A. Creta cit., pngg. 412 e 431. Bertoldi: Michele Sammicheli al servizio della Re- (4) V. B. M. : Ital. VI, 266, pag. 118. — Cfr. pure pubblica Veneta. Verona, 1874, pag. 98. V. A. S.: Dispacci dei rettori da Candia: 8 feb. 1629. («) V. A. S. : Senato Mar., XXXIV 41. (s) Si-ythia i loco molto debole, quale fa necessario (7) Ibidem, XXXVI, 190. ben custodirlo et redurlo in qualche fortezza... La Se-