70 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA marmo, cocci, frammenti architettonici, il tutto impastato con malta di calce abbondante e non molto ricca di sabbia. Questo cemento è cosi forte che non soltanto 1’ “ emplecton „ ha resistito in alcuni posti dove 1’ intera facciata esterna è stata asportata, ma anche dove gli strati inferiori mancano, alcune delle pietre sono attualmente tenute insieme dal cemento stesso. Questo “ emplecton dissimilmente dal metodo seguito negli edifizi del migliore periodo romano, non è regolarmente disposto in strati divisi da striscie di pietra o mattoni che servono a legare il muro, come del resto si vede a Gortyna stessa nella maggior parte delle costruzioni romane, ma forma un’intera massa compatta. In questo ammasso però, che veniva naturalmente formato per gradi, man mano che si alzavano le due rivestiture, si riscontra qua e là qualche grosso blocco della facciata esterna che penetra nell’interno più degli altri, servendo così a legare e consolidare 1’ “ emplecton „, dal quale dipende la maggior resistenza del muro. I due tratti in cui sono tuttora conservate in gran parte le facciate o ri-vestimenti sono il lato nord e quello occidentale. E tanto qui come anche in altri punti della cinta è manifesto il procedimento di applicare alla parte esterna del muro tutti i maggiori blocchi di pietra che si ebbe la fortuna di trovare nell’acropoli stessa. E che tutti questi fossero materiali ricavati da altre costruzioni si può desumere non solo dall’esame di tutti i frammenti architettonici ed epigrafici che essi contengono, ma anche dal fatto che il maggior numero delle pietre, anche quelle murate nell’ interno del muro, presentano quella bella tinta calda acquistata dai raggi del sole e che non potrebbe certo essere stata l’effetto del loro lungo soggiorno nell’ interno del muro stesso. Dall’osservazione dei frammenti architettonici murati nella cinta, quasi le disiecta membra di tanti monumenti, e sopra tutto da quella del materiale epigrafico che, sebbene inconcludente per il contenuto, è invece di un certo valore per il fatto che ci offre un terminus post quem onde assegnare l’epoca della fortificazione (l), possiamo arrivare alla conclusione che il recinto dell’acropoli Gortynia deve essere attribuito ad una età posteriore a quella dei Severi, e, a (*) Aggiungo alle epigrafi pubblicate dal professore Taramelli un altro frammento, murato nel bastione occidentale, di cui mi dà notizia l’amico dottor Luigi Pernier. È un blocco di calcare (lungo m. 0,43. alto m. 0,17 : la larghezza non si può misurare), con lettere alte da 3 a 3 */* cm. Vi si legge : • • • . T CLVPEO INAVRATO .... .... [aJvgvstis SACRUM DEDIC .... La menzione di due — o più — imperatori ci obbliga ad attribuire l’iscrizione ad epoca non anteriore a Marco Aurelio e Lucio Vero ; ma la forma delle lettere ci riporta ad età alquanto più tarda, almeno a quella di Settimio Severo e di Caracalla.