OROGRAFIA J> o monti della Vena (1). La roccia cui si allude, benché effetti’ vamente presenti molte varietà, si può in massima ritenere quale calcare, in parte dolomitico, biancogrigiastro, ruvido, compatto, sonoro, tagliente sugli spigoli, raramente con fossili; sotto l’influenza degli agenti atmosferici non dà terriccio atto alla coltivazione e colla sua presenza caratterizza le regioni più squallide del paese che si studia. La superficie dei vasti ta-' volieri pietrosi che forma sparsa da doline (cavità- crateri-formi di 20-200'" di diametro dallo sloveno doliti#, valiicella i sul cui fondo raccogliendosi terriccio al riparo dei ven.ti, d’ordinario vedesi un campicello: interrotta da voragini (foibe nel-l’Istria, dal latino fovea) è nel resto rugosa od irta di punte che ne rendono difficile la praticabilità. Su quei tavolieri ¡mancano i rigagnoli e le sorgenti, perchè il calcare, iessw.a^s»* mille guise, inghiocte le acque piovane raccogliendole fluite caverne e negli incogniti meandri de’ suoi potentissimi ¡strati.. Della stessa roccia carsica son formate anche le isole di Veglia, di Cherso e le altre più lontane clu mascherano il litorale dalmate: le di cui bizzarre scogliere separate da canali talora profondissimi, fanno maggiormente risaltare la natura di questa roccia. L'avvallamento compreso fra i due affioramenti sopradetti, che comprende le valli del Timavo superiore (Eecca) e del Vip-paco,' è formato da terreni arenaceomarnosi meno antichi dei t, 1) I carsi (li Comen, ili Sessana, (li lìaspo e quelli del Piuka Planilla e del Hirnbaurner Wa'd costituiscono la regione chiamata Carsia oil »Istria montana, per distinguerla dall’Istria marittima o Istria propriamente detta. La voce celtica car o kar, da cui si fa derivare Carso (Karst dei tedeschi, Gabrek degli slavi, adoperato dagli scrittori promiscuamente in senso lato e in senso ristretto) significherebbe sasso. caratterizzando così l’aspetto e la natura del paese.