53 ACQUE DELLA PIANURA UDINESE. Generalità. Nei monti e nei colli che chiudono a nord la pianura udinese abbondano le sorgenti, benché la natura di essi non si presti a sotterraneamente e di lunga mano raccogliere vene sboccanti di poi copiosissime all’aperto, come accade nella vicina Carsia; le sorgenti mancano totalmente nell’«?/« pianura udinese, e abbondantissime ricompaiono nella lassa. Dipende ciò dagli strati impermeabili che si trovano nella regione colliuesca e nella bassa pianura, dalla natura ghiaiosa e bibula dell'alta pianura e dalla rilevante pendenza di questa in confronto al dolcissimo pendio offerto dalla bassa. Ne risulta inoltre che quasi tutti i fiumi sboccati dai monti restano dopo breve corso all’asciutto e che i loro larghi letti ghiaiosi, con sponde mal definite, riempiuti di torbide in seguito alle pioggie si svuotino rapidamente, vista la velocità rilevante delle acque. Epperò il Corno di Zompicchia (1), il Cormor ed il Torre, hanno carattere spiccatamente torrenziale, mentre il Natisone, il Comodi Ro-sazzo ed il Iudrio traversando nell’alta pianura coi loro letti alluvioni più antiche solidamente conglomerate — lunghi tratti di alvèo ristretto, fra sponde alte e rocciose — conservano maggiormente le acque. I fatti suesposti ed i recenti conoidi alluvionali del Taglia-mento e del Torre-Isonzo, tracciano la linea delle sorgenti nella lassa. Essa infatti da Rivignano innalzandosi a nord per San Martino a Codroipo, di poi segnata dalla fila di villaggi Bel- ìi) Havvi il Corno di Zompicchia, il Corno di Rosazzo e i! Come di Nogaro, i primi due d'indole torrentizia, l’ultimo liume sorgivo.