Capo XI. 33$ nuarii festum S. Agnetis pertres velquatuor dies,' & non ance vel post illos proptef pridi&am cau-sam , necnon quod possit bulletinos apponi face re cum notificatione solummodo di&x Reliquia , ad imrar bulletinorum Ecclesia: S. Antoniì produ&o-rum per eos in a&is . In quo primam Ill.'D. Pa.“ sententiam reformamus : 8e ainbas partes ab expen-sis absolvimus. Et quaecumque mandata, executiva desuper necessaria & opportuna prò praesentis nostra: sententi^ executione in forma solita & con* sueta decernimus & relaxamus. Et ita dicimus &c. omni meliorì modo &c. Ita pronunciavi Ego Berlingerres Episcopus Asi* minensis Nuiicius Apostolicus & judeX delegatus j Lata &c. die Veneris XI mensis Julii 1614. ** 1672) Poteva esservi lite più puerile e ridicola, ma insieme più accanitamente trattata, fino a sostenerla per tre anni e forse più , e appellare dal giudizio del Patriarca al Sommo Pontefice ? Se questa controversia fosse nata quattro o cinque cento anni prima, quando i dritti delle parrocchie erano , ancora non fissi e vacillanti, sarebbesi potuta compatire appena , come appar da quanto fu per noi scritto di sopra II, 351. Ma nel secolo XVII piatire su tal materia ? Quando i nostri Prelati vollero dar sistema alla traslazione delle solennità , che differivansi lunghissimo tempo dopo le feste Jei Santi > e metter freno a certi abusi introdotti ^ nel suo ricorso il Clero diceva, che quello era un alienare gii animi dei fedeli dall’ isùtvìr nuove Scuole di divozione. Ma noi potremmo ripeter a quegli antichi nostri capi del Clero ciò che diceva Amia ai suo marito Tobia II, 22: Qimfeste vana