552. LibRo Secondo. nità mondane , vedendo la loro condotta esterni niente diversa dalla vanità dei mondani. 1670) Ricorsero più fiate i Prelati al Senato onde metter freno a delitti e laidezze , che inondavano la Patria. Il Principe moltiplicò i Decreti, ottenne Bolle e Brevi , si lasciò nel 1581 pieno arbitrio ai Visitatori Apostolici, ma la severità dei gastighi senza guardar in faccia a stato o ccindizion di persone poco approfittava . Voleva Dio visitar la nostra Città , e il fece colla peste del 15751 che per due anni intieri ne flagellò, uccidendo oltre joooo persone. Mezzo secolo dopo , cioè nel 1629, un’altra peste desolò la Città fino al 1631, e i registri annoverano oltre 80000 persone morte , 46000 delle quali e più morirono nella sola Metropoli. Cosi Dio purgò la feccia del suo popolo nei laici e negli Ecclesiastici, a fronte di tanti demeriti tante volte e fino al giorno presente favorito e attestato come suo peculio, e sua diletta eredità . Colla peste fece cessare quegli orribili ed enormi eccessi, che sembravano affatto irreme-diabili : il perchè restò a noi quel modo di dire ancora trito nei mali che pajono senza rimedio Eisogna che S. Rocco sciolga il suo cane > 1671) Prima di lasciare questa materia due fatti ancora io voglio produrre , i quali non solamente ci daranno idea dei costumi de’loro tempi, ma eziandio ci daranno occasione di pubblicare alcuni monumenti. L’anno 1611 fuvvi lite tra il Capitolo di S. Agne-Se e quello di S. Luca . Qual fosse la causa di quel dissidio apparisce dalla seguente sentenza delli 11 del mese di Luglio 1614. MS. Sva;, n. 5:4, circa finem- 1. Sen-