<6i Libro Secondo. ro favore spedite dalla S. Sede, come vedremo noi all’anno 1432, nel Piovan Francesco de Venetiis in S. Cassiano. 1271) A me sembra, che leceremonie usate in questi possessi abbiano origine dagli antichi civili costumi dei Veneti, i quali pure sembrano derivati dalle vecchie pratiche Romane, che possono ve-dersi tra gli altri nel Pitisco alla voce Vis simulata. E per nulla dire della formula inducere in te-nutam &c. che espressamente trovasi negli antichi statuti di Cadore ; sappiamo, che fra noi doppiò possesso si dava a chi diveniva padrone o per compreda o in altra guisa di un fondo , cioè possesso sine proprio e cura proprio ovvero ad proprium , come ancora per noi fu esposto (II, 320.). Nell’ investitura cum proprio in Brescia usavasi dare un legno o bacchetta in mano del nuovo padrone, che così acquistava dominio pieno e arbitrio > onde diciamo ancora oggidì dispor a bacchetta. Leggesi in un’antica Carta del 1165, nel Codice Diplomatico Bresciano raccolto dalLuchi, pag. xi , in questa sentenza : ‘Per lignum , quod eorum manibus te~ nebant, Abbxtissam Caracaudam invcfliverunt , & concesserunt in Monafterium &c. E in altra Carta del 1229, pag. 139, si trova: Die Martis tertiadecima interveniente Martio , Ter lignum quod in sua manu tenebat Dominus Guido .Abbas, inveflivit cc. 1271) Non mancavano curiose ceremonie civili al nostri progenitori , e in una Carta di possesso del 1384, appresso il Corner I, 290, si legge data l’investizione con questo rito: Aperiendo ter atque daudendo ojlium ditta domus seu edijicii , & cade-natium ìpsius insimuli & de terra ipsius territorii sive