Capo XI. ioj poi vuoisi conceder libertà ai Capitoli di antepor» re un altro all’Acolito già idoneo, quest’è fomentare l’ingiustìzia contro le leggi della natura, dei Canoni, e delle sanzioni nostre Sinodiche . Chi fu degno e meritò venir eletto Acolito, se si conservò idoneo e meritevole, e non degenerò , senza ingiustizia non può escludersi dal Suddiaconato -Quindi i Capitoli con equa probità dacché elessero un meritevole Acolito, se non si renda egli incapace e immeritevole, lo promovono al Suddiaconato , nè si regolarono giammai in ciò secondo la disposizione Andreasiana. Tuttavia quel nuovogius introdotto ha questo di buono in se , che così si possono emendare quegli errori , che talvolta si commettono dai Capitoli per umana fragilità , e più spesso per genio, o antigenio . Chi poi desidera sapere qual mai cosa inducesse il Nunzio a così inutile sentenza , il può rilevare pienamente dalla Lettera di Paolo IV , nelComer XIII, 173, 331, ove tra 1’ altre cose si legge , che quidquii fere Tatriarcha jure suo infìituebat, TsJuntii auElori-tate d eflituebatur, come anche altrove abbiamo riferito . 1471) Nel 1544» 11 Agosto, il Capitolo di Sj Moisè fu il primo che usando della sentenza Andreasiana , contro la consuetudine legittima chiese dal Patriarca con termini protestanti la facoltà di devenire all’elezione d’un Acolito. Ciò notasi dal- lo Scomparìn , sebbene nulla ne dica il Coletti. 1472) Dacché ritornò nei Capitoli il gius di eleggere gli Acoliti, avvenne spesse volte che succedesse parità di voti o patta nell’ elezioni. Fu anche per questi varia la disciplina fino al Sec. XVIII. Con-