\r - C A v o XI, - 37 bligatl e dalla Carità, e dal dovere naturale ada!«-* | sistere nel bisogno ai Piovani. E come non imponeva nuovo peso nè diverso da quello della loro condizione ai Titolati, così non dava ai Piovani alcun nuovo diritto sopra essi , ma confermava soltanto quello, che naturalmente nasce in essi dalla prelatura. In fatti quale più equa legge, quanto che siano i primi e più assidui ad ajutar il Piovano quelli , che con essi quasi egualmente divi-' dono le decime e le ovvenzioni . Sembra dunque ì che i Titolati temessero ubi non crat timor. 1240) Ma senza dubbio, comedi sopra fu detto, temevano i Titolati la necessità degli Esami in quei tempi ancora tenebrasi, e oltre a ciò paventavano quelle triste appendici di soggezione e indiscreta dipendenza che veramente facevano subodorare le troppo assidue istanze di alcuni Piovani. Per questo , cotal Decreto sembrò formidabile al Clero, il quale conseguentemente collocò ogni sua opera perchè venkse dichiarato dal Tribunale medesimo in-guisa, che esso Clero non restasse pregiudicato nei proprj diritti e privilegi da quelle equivoche interpretazioni, che aligere gli si potevano . Furono commessi gli esami e le Scritture a due valentissimi uomini Guinzoni e Cosmi, e tra ¡le altre molte cose osservate, si è riflettuto, che ̰!endo idonei i Titolati all’amministrazione dei Sacramenti , sarebbe stato necessario rimoverne molti , e le promozioni non si sarebbero potute fare gradatim, e molti titoli sarebbero restati vacanti , pochi essendo gli individui capaci di quell’amministrazione . 1241) Sulle dotte riflessioni dunque di questi C 3 uo-