C a v o XI. 41 dal Sacerdoti Titolati celebrale non per alcun pii- /.ito offerente , ma pel popolo tutto de’Convici-nanti, egualmente cbe la Messa Maggiore, se tuttavia ciò s’intenda di quel numero , che per obbligo ogni Parrocchia al suo Capitolo imponeva : che «e oltre questo numero qualche Titolato voleva o per se o per altri celebrare, non nego che il po-res-se. -. . , 1250) Che la Messa Maggiore fòsse ogni giorno applicata pel popolo, da qualunque ella fosse ¡¿detta ; in primo lusgo resta dimostrato dal chiamar? ■.Vi la medesima Conventuali! e Communis, e perchè ancora oggidì sussiste 1’ uso di appellarla Messa di Contrada. Pare , che circa la fine del Sec. XIII sia èuro qualche dubbio qual Messa dir si dovesse pel ■popolo nelle Domeniche e nelle Feste: ma il Ver [scovo BartolomeoQuerini nel suo Sinodo, pag. ry, kdi'chiarò ; In diebus Dominicis , & Festivis Missa csnventualis de die dicatur Dominico , sive Vesto . M i questo stesso dubbio mostra chiaramente , che ^pel popolo offrivasi . Questa poi è quella Messa ■della quale nel Concilio di Domenico Vescovo Castellano , come si chiama a pag. 8, ciò che vuol '.dire circa l’anno 1080, così si legge: Tost pulsa-tionem ad Missam Tertia , vel alia, bora cantetur , ||cr sequatur in canta Corri munis Missa diebus sìngu-etiamsi plures in die ex debito ordine Eccle-M Missa cantentur . O io prendo un granchio grosso come una balena > o da questo luogo si véde , che la Messa prò populo dicevasi ogni giorno , e che dovevasi cantare : che se poi il concorso di qualche Ottava con Santo o Feria, secondo le comuni Rubriche obbligasse.a cantar due o tre Messe I