152 Libro Secondo. Clero le decisioni di Roma nulla impressione face-, vano, e niente le riputavano, se non quando contenevano privilegi per essi contro iPrelati. Di più ancora si scorge una costante disciplina, la quale mostra essere amissibili i nostri Benefizi ; sebbene i possessori loro si chiamino eziandio nell’ antichissime Carte Beneficiati perpetui, e alcuni pretendessero di non potere per delitto venire spogliati del Benefizio. 1383) Il Cosmi, che su questa materia impiega il Cap. V della sua Storia, attesta sinceramente , che h1 Seri““ Hcp.“ ottenne al Clero il privilegio della CLEMET$T per il culto Divino -, ma i Titolati hanno voluto partecipare dei frutti del Tito- lo , e sottrarsi dai peso di esso ; avere il benefizia , ma non Ì obbligo di servire alla Chiesa . £ quefl’ è la maggior difficoltà, che dopo la Bolla suddetta per un secolo e mezzo sia fiata nel Clero, cioè d'indurre i Titolati alla dovuta residenza. 1384) Grandi in verità, moleste e ostinatissime furono le controversie del Clero Episcopale e Patriarcale : e non mancarono eziandio l’industrie Vi Canonici di S. Marco per conservare i loro Titoli in un col Canonicato di quella Basilica . Li conservarono veramente per parecchi anni, come-chè non compresi nella Clementina : ma dacché non si comportò più negli inservienti a S. Marco l’ascrizione ad altra Chiesa, cessò per se stessa quella conservazione. 138?) La Ser:™* Rep:* a’tempi del DogeGritti ricorse alla S. Sede per dare sistema alla residenza dei Titolati, e Clemente VII incontanente nella sua Bolla Exponi nobis nuper fecerunt, del 15 5 1 3°