Capo Xf. 15 j piè del »«cólo IX S. Agobardo nel SUO libro de p iv.’lsgio & jur: Sacerdotii, così parlando di certe persone ricche: Rogant nos aw yi' ent diente* : H<t-beo unum deidonem, quem mhi fiut ivi d? se vis ntit p opnis. . . aut oblimi à ilió vel il ù homi-ne , si ve d: ilio vd ilio pago i volo ut 0 dines eum inibi presbyterum . Ma tra Vescovi abusò più di tutto in questa parte Alessandro Vescovo di Liegi , deposto per ciò da Innocenzo II nel Concilio di Pisa del 1134 .
  1557)	Per rimediare al malp si fecerd molti-provvfcdimenti * e si sospesero per fino quelli, che così èrano stati ordinati. Ma non riuscì la medi* cina in tutto felicemente . Questa gangrenà aveV» principi ato a serpeggiare ancora fra noi : ma vi Ov* viarono i nostri Padri nel conciliò deli040, come vedemmo di sopra.
  1558)	Nacque fra noi altro disordine. I Replicati Canoni , e le leggi dei Pontefici non volevano queste ordinazioni sine tiiulo, e volevano dall' altro canto parecchi venir ordinati . Per ciò cercavano di entrare per forza nelle Chiese : drsidcran* & laborant cotidie rum infeflatione ind. ulai in eadem Eccl sia di S. Moisè, il di cui grembo aveva già muldtud'nttn presbitero um , & aliorum Clericorum inferiorum o^dinum, e il simile nello stesso tempo fu^ in S. Nicolò. Era questa un male , la moltiplicazione superflua de’ ministri , con nocumento
    neceisarj. pUr tuttavia non era così grande T enormità, giacché a tutti comunque incardinati da-vasi ¡a porzioneo sj.ortula . Visi rimediò, col chiudere i Capitoli, o fissar il numero degli incardinati • Ma questo rimedio , il qual sembra divenuto
                                               uni-