20 Libro Secondo. late per io più suite tradizioni, e di non aver avuto scritte Costituzioni . Si leggono descritte in un .Volume del fu Piovano di S. Toma, dal quale io trassi le seguenti notìzie. In quelle di S. Ermaga-rci si dice, che un Titolato era per la Messa cantata , e uno per la Messa prima , e che debebat baptizare Titulatus Missa majoris si non poterai Tlebanus , & Sponsalia benedicere quando Tlebanus non crat vocatus, & dare oleum scmBum, non valente id facere Vlebano . Considerisi quanta parte avessero i Titolati principalmente eddomadarj nella sollecitudine della cura , se potevasi trasandar così di facile il Piovano nella benedizione stessa degli Sponsali, i quali in tal caso dovevano venir benedetti dal Prete eddomadario. Ivi pure s’aggiu-9;ne la ragione sempre uniforme : Cam & ipsi Titillati presbyteri sint vocali in partem sollicitudinis cura animarum una curn Vlcb.rno suo, attento quod ipsi quoque participent fere it qual iter de omnibus ob-ventionibus . Sarà questa una di quelle giunte , che il Patriarca medesimo fece alle Costituzioni delle Chiese: ma tuttavolta apparisce, che quella non era nuova sentenza , e che anzi tanto era volgarmente stabilica e radicata nella prassi, e negli animi, che niuna.Chiesa -nè Clero leggesi aver contradetto, e lasciarono che venisse posta nelle proprie Costituzioni .! \ In SS. Gervasio e ‘Protasio : Tlcba-nus, quod proprium suwn est, babeat curam : si impedititi fuerit, valeat ìpse "Tlebanus alterum quem-vis presbyterorum suorum ad infirmum substituere & mandare . Sic in omnibus sacramentis. Già per noi fu detto , che Tresbyteri sui s’- intendono i Titolati. In questa Chiesa non pare, che l’eddomada» rio