27 o Libro Secondo. tener quel Privilegio nella sua innocenza ; Vi è altro mezzo e rimedio sperimentato . Quando i nostri Prelati secondo le Canoniche sanzioni ricercano negli Ordinandi una giusta scienza, e in ciò procedono con vigilanza e rigore, manca la vocazione al Presbiterio a un numero considerabilissimo di Cjfierici , i quali con maggior profitto loro e della Chiesa o non prendono, o ez’andio depon-gone l’abito clericale. §. XIII. Dei Tr astiti. IJ79) La traslazione d’una irt altra Chiesa sembra essere stata sempre praticata in Venezia. Perchè sebbene la stabilità d’un Cherico nella sua Chiesa, in cui fu incardinato da prima, sia stata erdinata dal Concilio Niceno , e poi successivamente da altri, ed eziandio da Giustiniano medesimo nella sua Novella terza 3 tuttavia Egidio Patriarca Gradense , nel Concilio provinciale da lui tenuto nel Ì296 , così ordina nel Can. X. Clerici translati de una Ecclesia in aliam , sive de decimi s , sive de oh ationibus nihil commune habeant cum priori. Ciò mostra, che fino dal Sec. XIII le traslazioni praticavansi, benché forse solamente se-condo la disciplina comune della Chiesa. 158©) Erasi tuttavia già presa la Massima prescritta ancora da S. Gregorio , che cioè il Trasla-tato non avesse più alcun diritto, nè gius di po-stliminio t diremo così , alla Chiesa primiera . Un secolo prima di Egidio però era ciò stato in controversia nella Chiesa Veneta di S. Luca. Il Diacono di quella dopo tre anni, che erasi trasferito in altra, voleva ritornare alia sua Chiesa primiera .