Capo XT. JiJ soni per Testamento di certa Franceschina, locchè mostra essersi esso distinto dagli altri nei proventi . Clie poi un tempo fossero parti del Custode ornare lì Chiesa , quantunque da certi fonti traesse come supplire alle spese , può giustamente inferirsi , perchè Lamberto Vescovo di Castello privando i non intervenienti dell’ obblazione giornaliera , soggiugne di quella pena, quam ad manus Cuflodis ver ti volumus prò ornamenti s Ecclesia Sacrario ap-plicandam : Sin. pag. 16, ove la Sacristia è appellata Saerarìtm. 1658) Nella pochezza dei Ministri egli è credibile , che in alcune Chiese 1 Custodi fossero tenuti all’ amministrazione dei Sacramenti. Ciò sappiamo di certo essersi usato in S. Maria Mater Domini , trovandosi nel Lib. de’ Supplementi alle Vìsite in data del 1595 , che ivi il Sacrista teneba-tttr audire Confcssiones , & adminiftrare Sacramenta, t jitssu ‘Plebani. |w 1659.) Le occupazioni del Custode, che in molte Chiese appar che fossero molte , non potevansi comportare cogli obblighi d’un beneficiato , essen- ■ do quello tenuto assistere indefesso alla sua Sacri- ■ stia, e questo al suo Coro. Quando il numero deagli incardinati era scarso , più sensibili erano le J mancanze: non è per questo che se una Chiesa og-l^idì occupi per modo il suo Sacrista , che egli deb-I ha starsene spesso fuori del Coro nel tempo delle IIH funzioni sacre, debba comportarsi in buona coscien-?a quel diletto. Quindi essendosi introdotta questa corruttela nella nostra Chiesa, il PatriarcaGiovanni Trevisano tra i suoi ordini emanati nel 1561, commette al Piovano e al Capitolo nostro sub poe- X 3 nis