ai Libro Secondo. 1227) Un terzo abuso erasi introdotto: v’avea-no in più chiese Titolati, i quali non avevano nè l’età, nò l’ordine requisito. Alcuni altri godevano de’ Titoli sebbene forastieri come proprj, altri come sostituti de’ Titolati non residenti 4 e conseguentemente erano persone o inette al ministero dei Sacramenti e della Cura, o mercenarie con vilissimi stipendj. , alle quali per ciò poco o nulla caleva dell’offiziatura medesima del Coro, non che venissero ricusati dagli infermi, e i Piovani assai con gelosìa a cotali commettessero la cura . Il Notariato, che esercitavasi dai nostri Preti, moltissimi ne teneva occupati al servizio del foro e del Palazzo, e i Piovani ì quali pure erano imbrattati della medesima pece non potevano con autorevole comando obbligare i Titolati a eseguitele loro parti , e ben si vede perchè. Si chiusero le Chiese la notte per i depravati costumi del popolo : questo bastò ai Titolati per non recitar più di notte il Mattutino in Coro, e ciò fece ancora, che i Titolati a poco a poco si sottraessero d’abitare nelle case loro residenziali, date ad essi principalmente, affinché propter Locorum diftantiam i divini offizj non soffrissero detrimento . S’aggiugneva d’ordinario lo scusabile interesse d’affittar le loro case medesime per la meschinità dei pi oventi, per la quale i Prelati medesimi cóncedevano licenza ai Benefiziati di procacciarsi ovunque potessero qualche Mansionaria onde vivere con qualche comodità. Dal non soggiornare dunque nelle proprie case nacque il non esercitatela cura principalmente nella notte. 1228) Tutte queste e simili cagioni come andavano scaricando i Titolati dai loro pesi, e prin- cipal-