Capo XI. 71 questi disordini, chiese dal Pontefice che non da Roma , ma dai rispettivi Capitoli venissero conferiti i Titoli, come fu inteso dal Diario Priuli. Tardava di troppo la Provisione al male richiesta da Roma, sicché in tanto nel 1529, 5 Luglio, dal C.X. e-manò questo Decreto; Che alcuno, e sia chi esser si voglia, non possa impetrar, nè accettar alcun benefizio , ovvero Titolo in alcuna delle Chiese mftre di questa Città, altrimenti che per elezion del suo Capitolo, sotta irremissibile pena di continuo bando da quefta città di Venezia per anni cinque , e di pagar L. 500 de’piccoli a chi lo prenderà in caso di contraffazion di bando, il qual allora debba principiar ; e quefto tante volte quante contraffaranno. E quefta Tarte sia intimata alliTiovani di quefta Città , che l’abbino a tener in pubblico nelle Sagreftie a perpetua memoria e notizia di cadauno • In tanto giunse la Bolla, di Clemente VII, datata dell! 7 Febbraro, 1525, ma che giunse solo e fu pubblicata nel 1530, 14 Decembre. Si volle, che quel Decreto comprendesse eziandio i Patriarchi: quindi, come osserva loScomparin, circa il 1530 cessarono le rinunzie in mano del Prelato,, e così pure le provisioni arbitrarie, 1287) All’ingerenze dei Prelati nostri altre cose ancora debbono rapportarsi. E in primo luogo con-vien osservare, che quando per alcun accidente uno solo fosse stato l’elettore , il Prelato per Sinodali Costituzioni entrava nell’elezione. Così nel 1488; 2 J Giugno, in S. Leonardo , non essendovi colà altri che il piovano , secondo le Coftituzioni Sino-dali, cerne è registrato nella Cur. Cast, il Patriarca concorse con esso all’ elezione del Prete titola-' ' . : E 4 tg, II