24 (lamento alla Biblioteca Marciana, imitando ciò che aveva fatto Francesco Petrarca che nel 1302 avea donato, ancora vivente, i suoi libri a Venezia. Venezia, ospitale e magnifica, concedeva libertà amplissima agli stranieri, attraendo cosi a sé i più rari ingegni. E il Trapesunzio e il Filelfo, e il Merula furono da essa protetti, e gli Aldi dopo Giorgio da Spira e il Jenson conducevano alla perfezione l’arte della stampa, mentre veniva fondata quella Accademia Aldina che in se concentrava quanto di più colto a di più illustre brillava nella città delle lagune. Era dunque naturale che in tanta rifioritura di umane lettere, Venezia pensasse di dare l’incarico della narrazione della propria istoria a qualche soggetto che rivestendola di l'orma dignitosa e solenne la tramandasse ai posteri. E perciò regalato dal Senato, M. A. Sabellico, sebbene non veneziano, fu il primo che dettasse per incarico pubblico i suoi libri; Rerum \melarum ab U. c. ad Marcum Bar-badiann USO. Mancato ai vivi nel 1508 il Sabellico, il Senato affidava la continuazione della storia Veneziana ad Andrea Navagero. Esso ne aveva composti dieci libri, coniiu-