la impresa che era già matura. Il Savorgnano scriveva alla Signoria che si sbrigasse 1’ affare di Marano, e si doleva che il Frangipane prigioniero a Venezia, venisse trattato da signore, mentre tanti danni avea recati. Il Frangipane fu quindi condotto a Marano, perchè ordinasse agli assediati la resa, ma a ciò egli non volle prestarsi, dicendo di non voler tradire l’imperatore. Si tentò un’ altra volta dar l’assalto alla piazza, ma i fanti non fecero il loro dovere, e il Savorgnano con Gian Paolo Manfrone per la viltà dei loro soldati, dovettero levare 1’ assedio e ridursi al Castello di Porpetto, presso il Provveditore Vitturi, che in una successiva fazione fu dai tedeschi ferito e fatto prigioniero. L’infelice impresa di Marano, molto addolorò il Savorgnano che si ritirò ad Udine, e poi ad Osoppo; prodigando le sue cure a quel Castello, fortificandolo e provvedendolo dì fontane di acqua, volendolo mantenere egli diceva, a dispetto dei nemici. Il Senato però ben lungi dal rimproverare al Savorgnano il cattivo esito dell’ affare lo confortava per quanto aveva fatto, non volendo essere ingrato, incoraggiandolo a