384 di Zara, si diede a un disperato proposito e tentò liberare sè e 1’ equipaggio, dalla prigionia. Fatti recidere i cavi della sua galeotta, avvicinossi a terra coll’ intenzione di sbarcare insieme all’equipaggio, ad onta chegliuffi-ziali delle milizie venete, lo sconsigliassero da quella pazza impresa. Ma egli anziché dar retta al bene\ oli consigli, tutto inferocito, fece prima sparare due colpi di cannone, uccidendo un sergente veneto, e poi fece seguire la generale scarica della sua moschetteria. È però molto strano, che si tenessero cosi armati corsari, in custodia, dai veneti, che vivevano si capisce in una buona fede imperdonabile. Fatto sta che in seguito a questa incredibile provocazione, le milizie posto da un lato ogni riguardo, cominciarono a usare le armi, ed uccisero 1’ indomabile Akmed Rais assieme ad altre sedici persone dell’equipaggio, e altre ferendone. E lo scafo della galeotta, coi superstiti, dovette restare nel porto di Zara, custodito colla massima cautela. Protestava nuovamente il Seuato, in seguito al nuovo emergente per bocca di Antonio