sopra cui si potesse deliberare quanto fosse stimato del pubblico servizio. Intanto a Roma il segretario Rosso IMI gennaio 1636 presentavasi al Cardinale decano, dichiarando che la necessità costringeva la Serenissima Repubblica, a levare la corrispondenza e comunione con la Santa Sede ; però il Cardinale assicurava al Segretario che l’iscrizione sarebbe stata rimessa se non dal papa attuale, ma nella prima assunzione al Pontificato di altro soggetto. Dopo di che immantinente il Rosso veniva a Venezia. Restate cosi completamente interrotte le relazioni diplomatiche fra la Sede Apostolica e la Repubblica di Venezia, procurava la Francia di ricercare il modo di ristabilirle, e fino dal 5 Aprile 1636 esibivasi di interporsi per un accomodamento sull’ affare della iscrizione, ma il Senato, con franchezza dichiarava i suoi risoluti sensi, che non lasciavano luogo a variazioni di partiti ; il Senato voleva la intera restituzione dell’ antica iscrizione. Ripetuti i tentativi da parte della Francia ai 7 Giugno 1636, ai 3 Gennaio e 7 Marzo 1637, la Repubblica ringraziava il Re cristia