363 Ma il duca Cosimo non era soddisfatto ancora ; esso voleva vendicarsi della morte di Alessandro, colpendo Lorenzino. Già nel-1’ anno 1545, un Nicolò Mozzi bandito fiorentino, secondo narra il Botta, al duca presenta-v asi, coll’ offerta di uccider Lorenzino, e venuto il Mozzi a Venezia, andò presso l’ambasciatore Cesareo per svelargli la proposta, ma quegli non acconsentì a tener mano a questa faccenda. Più fortunata riuscì 1’ impresa a Cosimo nell’ anno 1548, e parimenti a Venezia, dove abitava Lorenzino, colla complicità dell’amba-sciator fiorentino, e colla protezione dell’ am-basciator spagnuolo. Un capitano Biboni e certo Bebo da Volterra sicarii, si accinsero all’opera, e vi riuscirono completamente alla mattina del 22 febbraio 1548 nel momento che Loren-zino ed Alessandro Soderini suo zio, uscivano dalla Chiesa di S. Polo. La truce scena è ampiamente e pomposamente narrata dal capitano Biboni, che col suo collega, tornati a Firenze, dopo fornita l’impresa, furono accolti con somma cortesia dal duca, e umilmente gli baciarono le mani. Non descriverò come avvenisse 1’ assassinio, perchè lungamente se ne occupò il Biboni nella sua relazione.