accettante, venne proposto a Doge, e fu nominato alla suprema carica dello Stato a 36 anni nel 1343. Il suo regno, non fu che di 11 anni, lasciando per morte vuota la sede ducale, occupata dal suo successore Marin Faliero. Andrea Dandolo, amicissimo a Francesco Petrarca, si teneva con questo in stretta epistolare corrispondenza, mentre, storico, dettava gli annali della patria^ Principe, amministrava la repubblica, legislatore, promoveva una raccolta di leggi, voluta dai tempi, e da aggiungersi agli statuti di Giacomo Tiepolo. Chi dunque non si sentirà compreso d’ammirazione per questo esempio di una non lunga vita, ma luminosa, tutta in servizio delle lettere e della patria '( Chi non loderà questo veneziano antico, che non acquetandosi agli allòri còlti dagli avi, a quelli di un Enrico Dandolo conquistatore di Costantinopoli, esso stesso voleva coglierne di nuovi per segnare gloriosamente il proprio nome unitamente a quello della patria ? Benintendi dei Ravagnani, Cancelliere Grande, seguito da Raffaele Caresini, Cancelliere Grande esso pure, continuarono gli an-