356 servitore di continuo sollecitava alla libera-zion, della vita, per non capitar male, tanto che Lorenzi no, vedendo di non poter far alcun buon profitto, se n’andò a trovar il maestro di casa del duca, richiedendo di poter uscir di città, per andar in villa, dove egli diceva che aveva avuto avviso, che un suo fratello stava male a morte ; e il Maestro gli dette il bullettino, per uscir di Firenze col servitore. » Difatti di tutta notte fuggirono Lorenzino e il servo, fino a Bologna. Qui Lorenzino andò a trovar Silvestro Aldobrandino, che per più sicurezza lo consigliò a recarsi a Venezia, e qui venne e si presentò a Filippo Strozzi, come è narrato più sopra. Filippo intese con gioja 1’ uccisione del duca, chiamò Lorenzino, il Bruto toscano, gli chiese la mano di due figlie per due suoi figliuoli, e lo persuase andare alla Mirandola, luogo che sotto il protettorato francese dava ricovero ai fuorusciti fiorentini. Intanto Filippo veniva sollecitato dal re di Francia, e dai suoi oratori in Venezia, dai fuorusciti e dai pro-prii figli, a recarsi a Bologna, per colà organizzare l’impresa contro Cosimo duca, pel ricupero della libertà. Filippo andava nel Gennaio a Bologna, poi ritornò a Venezia da