241 armi e di vettovaglie i due castelli di Pieve e di Botestagno- i quali erano tenuti in gran conto perchè quasi inaccessibili, ma dovettero cedere all’ inganno. Il patriarca intanto aveva già dichiarati spergiuri i componenti delia Lega. Il Manzano narra, che essendo stato imprigionato Nicolò da Spilimbergo e sostenuto, per quanto sembra nel castello di Pieve, questi con occulte lettere consigliò la lega ad accorrere colà ; la quale vi mandò alcuni esperti armigeri che sorpresero Fi-lippone mentre come il suo solito andava per qualche tempo a diporto, lo fecero prigione e lo spedirono ad Udine. I due castelli privi del loro capitano cedettero ed accettarono a loro comandante, Nicolò da Spilimbergo, rimunerato così dalla lega per il suo accorgimento e devozione. Gran parte ebbe il Savorgnano nella resa dei due castelli, perchè fu egli che si intese coi suoi dipendenti di Lorenzago e di Forni i quali venuti in Cadore per trattarvi di merci, tesero come vedemmo il brutto giuoco al Filippone, il quale non ebbe la libertà dal Savorgnan se non dopo ceduti i castelli. Così il Palladio.