Jacopo Sansovino, a pagine 1074 parte seconda, leggo : « Bellissimo, ricchissimo, for-» tissimo edificio dei suoi (del Sansovino) è » la Zecca di Venezia ; tutta di ferro e di » pietre : perciocché non vi è pure un pezzo » di legno, per assicurarla del tutto dal » fuoco » poi prosegue : « non è in luogo » nessuno del mondo uno erario tanto bene » ordinalo, nè con maggior fortezza di quello, » il quale fabbrica tutto d’ordine rustico » molto bello. » Come si può ammettere adunque, che un erario fosse ben ordinato e forte, senza inferriate, colle finestre aperte, alla mercé dei passanti ? Anche questa non mi va. Copiamo ancora. Negli Annali Urbani di Venezia di Fabio Mutinelli a pagine 390 è detto che Andrea Gritti « impose a Sanso-» vino 1’ erezione di un nuovo edificio della » Zecca, e che in brevissimo tempo sorgeva » questa di ordine rustico mescolato col » dorico, e per ciò di uno stile severo e » allo scopo adattato. » Nell’ opera Le più cospicue fabbriche di Venezia, misurale, illustrate ed intagliale dai membri della Veneta Accademia di Belle Ani, Venezia Alvisopoli volume primo pagine 71, sono disegnati pa-