4M » ferro, senza che vi si trovi pur un palmo » di legno, di maniera che per fortezza . . . . » non è luogo alcuno che se le possa pa-» ragonare. » Io domando nuovamente come vi possa essere un luogo forte, destinato a coniar monete, e a tenere depositi di danaro, essendo aperto. Ma andiamo pur avanti. Si vuol scusare l’idea di togliere le inferriate per riguardo alla condizione statica dell’ edifizio. Io non sono architetto, nè figlio d’architetto, ma ritengo che anche forati tutti e nove gli archi del primo ordine, 1’ edifizio non avrebbe sofferto per nulla, poiché a detta del Temanza nelle sue vite, e del Francesco Sansovino sunnominato : « sotto alla Zecca « dalla parte dell’ acqua vi erano per lar-« ghezza della sua faccia, fra volto e volto, « diverse botteghe delle quali il pubblico ne « traeva utile di momento, per lo sito ove « esse sono. Hora non vi sono più, continua « il Sansovino, e sono state serrate per « buoni rispetti, per un aricordo dato da un « nobile eec. » per la qual cosa ritengo si potesse benissimo conciliare il foro degli archi, colla esistenza delle inferriate. Finalmente, nell’originale progetto del-