247 montò in furia il tedesco, e mandò incontanente sue genti a calar per il passo di Misu-riua nella villa d’ Ampezzo, dove a dì ven-tidue febbraio, furono onorevolmente raccolte da quegli abitanti, che rinnegavano cosi V antica patria loro ed i fratelli cadorini. Tentata per allora invano la rocca di Botestagno, dove era provveditore Francesco Zane, s’ avviarono gli alemanni verso la Pieve. Incontraroijo per via, forte resistenza alla chiusa di Venas, dove il Conestabile Bortolo Malfatti custodiva il passo : ma vedendosi esso anche di sopra i monti attorniato da nemici, si ritrasse in buon ordine, dopo aver valorosamente disputato il terreno. (ìli imperiali si avanzarono quindi fino alla Pieve, e intimarono a nome di Massimiliano la resa al castello. Era questo guardato dal capitano Pietro Gissi uomo, non all’ altezza |p*L pericolo, ma debole e vile. Quantunque egli dapprima avesse deliberato di resistere pure si lasciò da pusillanimi consigli raggirare, e non ponendo mente ai generosi sentimenti di alcuni fra i Cadorini, fra i quali un Vecellio e Matteo Palatini, autore della cronaca, che virilmente sostene-